Frana di Casamicciola, dai dati sismici nuovi sistemi di allerta
Lo studio di Ingv e Università di Camerino
Le reti strumentali usate per studiare terremoti e vulcani possono rivelarsi fondamentali anche per analizzare la dinamica di eventi potenzialmente distruttivi come le frane e per pianificare sistemi di allerta precoce: lo dimostra uno studio dell'imponente frana di fango che il 26 novembre 2022 ha colpito la località di Casamicciola, sull'isola di Ischia, causando 12 vittime e l'evacuazione di più di 200 persone, oltre a danni diffusi a edifici e infrastrutture. I risultati sono pubblicati sulla rivista Landslides da un team di ricercatori dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia e dell'Università di Camerino. "Il nostro studio rappresenta uno dei pochi casi documentati in cui lo scuotimento ad alta frequenza e le variazioni di inclinazione del suolo prodotti da un evento naturale di questo tipo siano stati registrati e studiati", spiega Stefania Danesi, prima ricercatrice dell'Ingv. "I dati registrati dalle stazioni sismiche permanenti dell'Ingv hanno infatti evidenziato il distacco e l'evoluzione del flusso fin dai primi istanti, consentendo di ricostruire le diverse fasi della frana". "L'analisi delle forme d'onda sismiche - aggiunge Stefano Carlino, ricercatore dell'Ingv - ci ha permesso di localizzare nel tempo e nello spazio le origini dei distacchi multipli e di stimare sia la massa del materiale mobilizzato sia la velocità istantanea di propagazione del flusso (tra i 10 e i 15 metri al secondo al momento dell'impatto con gli edifici), oltre alle dimensioni dei massi più grandi, che raggiungevano i 3 metri di diametro. Le pressioni di impatto calcolate risultano coerenti con i danni osservati nell'area di Celario, dove la frana ha causato i risentimenti maggiori".
S.Rinaldi--GdR