Giornale Roma - Sbarigia, fondi pubblici all'audiovisivo tra più bassi d'Europa

Sbarigia, fondi pubblici all'audiovisivo tra più bassi d'Europa
Sbarigia, fondi pubblici all'audiovisivo tra più bassi d'Europa

Sbarigia, fondi pubblici all'audiovisivo tra più bassi d'Europa

'Italia indietro rispetto a Regno Unito, Francia e Germania'

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"È importante ribadire il ruolo delle ricerche di settore: contare significa comprendere e questo ci permette di contrastare e combattere informazioni false e distorsive che spesso delegittimano il settore agli occhi dell'opinione pubblica e delle istituzioni. Dobbiamo tutelare l'offerta audiovisiva italiana, in particolare l'offerta free e i grandi eventi. Il successo di serie come il Conte di Monte Cristo (Palomar) nel 2024 o Sandokan (Lux Vide), che ha raggiunto il 33,9% di share superando i 6 milioni di spettatori conferma che i contenuti originali italiani sono competitivi, molto apprezzati dal pubblico e rappresentano una componente essenziale dell'offerta gratuita". Lo ha detto Chiara Sbarigia, Presidente di Apa (Associazione Produttori Audiovisivi), intervenendo alla presentazione dell'Annuario della TV 2025 di Certa - Centro di Ricerca sulla Televisione e gli Audiovisivi dell'Università Cattolica. "Per questo è fondamentale il sostegno tanto della Rai, attraverso il canone e la tutela del pluralismo culturale, quanto quello delle piattaforme che investono nel nostro Paese, da Netflix agli altri operatori - sottolinea -. Soprattutto in un contesto in cui gli investimenti pubblici nella produzione audiovisiva italiana restano tra i più bassi in Europa: 2,7 miliardi contro i 6 di Regno Unito e Francia e gli 8 miliardi della Germania. L'ultimo rapporto di Apa dimostra però che il settore è in crescita, con più ricavi pubblicitari e una filiera che genera valore economico, culturale e sociale. La competizione internazionale è fortissima e le scelte di oggi determinano il futuro del settore. APA farà la sua parte per valorizzare e sostenere la crescita di un settore strategico come quello dell'audiovisivo."

G.Galli--GdR