Giornale Roma - David Bowie, il suo sguardo in E l'artista parlò alla rockstar

David Bowie, il suo sguardo in E l'artista parlò alla rockstar
David Bowie, il suo sguardo in E l'artista parlò alla rockstar

David Bowie, il suo sguardo in E l'artista parlò alla rockstar

Raccolta di interviste esce il 5 settembre per Il Saggiatore

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DAVID BOWIE, E L'ARTISTA PARLÒ ALLA ROCKSTAR (IL SAGGIATORE, PP 200, EURO 22.00). La prima apparizione in televisione nel 1964 quando il diciassettenne David Robert Jones difende gli uomini con i capelli lunghi in un programma della Bbc, il rapporto con la moglie Iman, la paternità, una delle ultime interviste, nel 2006 con Ricky Gervais, in cui mostra il suo spirito brillante e autoironico. Il mondo di David Bowie si disegna in un viaggio in dieci tappe nel libro 'E l'artista parlò alla rockstar' che sarà nelle librerie italiane il 5 settembre per Il Saggiatore nella traduzione di Alice Guareschi. Sono una raccolta di interviste, dagli esordi negli anni '60 fino ai primi anni 2000 che raccontano il geniale musicista, l'autore, il cantante di brani come Let's Dance, Starman, Space Oddity, Heroes, Rebel Rebel, l'artista e l'uomo delle grandi metamorfosi. Sono conversazioni su creatività e sperimentazione musicale, sul senso dell'arte e della moda, sull'uso di droghe e sulla sua identità fluida, in continua evoluzione in cui possiamo osservare Bowie passare di trasformazione in trasformazione anno dopo anno: dai suoi iconici alter ego - l'androgino Ziggy Stardust, l'enigmatico Aladdin Sane, l'algido Duca Bianco - agli incontri con artisti come Andy Warhol e Tracey Emin; dalle collaborazioni con gli stilisti Kansai Yamamoto e Alexander McQueen ai ruoli da attore in film come l'oscuro Fuoco cammina con me di David Lynch o il fiabesco Labyrinth. Ci sono anche la passione per il jazz, la letteratura, il cinema e si capisce quanto la cultura in generale abbia influenzato la musica del più rivoluzionario musicista della sua epoca, nato a Londra nel 1947 e morto a New York nel 2016. Non mancano i temi legati alla morte e alla spiritualità, la consapevolezza del tempo che passa e il significato dell'esistenza. La profondità dei pensieri del Duca Bianco non esclude però l'autoironia e il suo lato umoristico. Oltre al genio musicale di Bowie c'è la persona dietro le maschere con la sua fragilità, le sue inquietudini, il desiderio di mettersi sempre in discussione e la consapevolezza del valore effimero della fama. Quello che emerge è l'autoritratto di un artista che ha scelto la metamorfosi come linguaggio ed espressione della propria vitalità.

A.Fumagalli--GdR