

Caracalla Festival chiude con i Carmina Burana di Carl Orff
Ultimo appuntamento Il 7 agosto, sul podio Diego Matheuz
I Carmina Burana per la chiusura del Caracalla Festival. L' ultimo appuntamento della rassegna estiva affidata dall' Opera di Roma alla direzione artistica di Damiano Michieletto è il 7 agosto alle 21:30 nello scenario delle Terme con la composizione di Carl Orff, tra le pagine più celebri del repertorio sinfonico-corale. La serata è una sintesi dei temi toccati nel cartellone pensato dal regista veneziano, tra sacro e umano, superamento del dualismo tra cultura "alta" e popolare. Sul podio dell' orchestra del Teatro dell' Opera salirà il venezuelano Diego Matheuz, che torna a Caracalla dopo la prima esperienza nel 2022 con Mass di Bernstein. Protagonista il Coro della Fondazione capitolina diretto da Ciro Visco. I solisti sono il soprano Giuliana Gianfaldoni, il tenore Levy Sekgapane e il baritono Vito Priante, che al Caracalla Festival ha interpretato recentemente Leporello nel Don Giovanni firmato da Vasily Barkhatov. Al concerto partecipa la Scuola di Canto Corale del Teatro dell'Opera di Roma.I Carmina Burana hanno avuto grande presa sul pubblico fin dalla loro prima rappresentazione assoluta, l'8 giugno 1937 alla Staatsoper di Francoforte. All'indomani di questa Orff scrisse al suo editore: ''Può mandare al macero tutto quanto ho scritto sinora. Con i Carmina Burana inizia la mia produzione''. Il capolavoro del compositore bavarese, una delle personalità più singolari e significative della musica tedesca del Novecento, è anche esemplare del suo stile. Il testo dei Carmina Burana, scelto da Orff stesso, è tratto da un gruppo di canti goliardici di ispirazione profana contenuti in un manoscritto anonimo conservato nella biblioteca del convento Benediktbeuren (da cui il termine Burana), in Baviera. Narrano storie di felicità e di dolore, d'amore e d'allegria, ispirate alla natura e al vino, alla vita e alla morte. Non esistono personaggi, l'unico protagonista è l'uomo, espressione delle gioie e dei dolori della vita. La musica è immediata, il ritmo ha un ruolo fondamentale fin dal prologo, quando suggerisce l'immagine della Fortuna sotto la cui ruota, idealmente, si svolge tutta l'opera. Le successive tre parti sono dedicate rispettivamente alla Primavera, ai canti da taverna e all'amore.
V.Morandi--GdR