Giornale Roma - Addio punture, la glicemia si misura a fior di pelle con la luce

Addio punture, la glicemia si misura a fior di pelle con la luce
Addio punture, la glicemia si misura a fior di pelle con la luce

Addio punture, la glicemia si misura a fior di pelle con la luce

Metodo sviluppato al Mit apre a nuovi dispositivi indossabili

Dimensione del testo:

Addio pungidito e sensori sottocutanei: la glicemia può essere misurata a fior di pelle, in modo rapido e non invasivo, puntando un raggio di luce nel vicino infrarosso sulla pelle del braccio. Il nuovo metodo, basato su una tecnica di analisi chiamata spettroscopia Raman, è stato sviluppato negli Usa dai ricercatori del Massachusetts Institute of Technology (Mit), che stanno già conducendo i primi test clinici. I risultati, che aprono la strada allo sviluppo di dispositivi indossabili per i pazienti diabetici, sono pubblicati sulla rivista Analytical Chemistry in un articolo che porta come prima firma quella della ricercatrice italiana Arianna Bresci, postdoc al Mit. Lo studio è stato condotto nel Laser Biomedical Research Center del Mit, dove i ricercatori lavorano da anni allo sviluppo di sensori non invasivi basati sulla spettroscopia Raman, una tecnica che rivela la composizione chimica dei tessuti irradiandoli con luce nel vicino infrarosso o visibile. Sono così riusciti a ottenere un dispositivo economico, grande quanto una stampante da tavolo, che riesce a misurare la glicemia irradiando la pelle del braccio con un raggio nel vicino infrarosso e analizzando nel segnale di ritorno solo tre bande, ovvero tre regioni spettrali che corrispondono a specifiche caratteristiche molecolari. In un test clinico condotto su un soggetto sano presso il Mit Center for Clinical Translation Research, il dispositivo si è dimostrato in grado di rilevare la glicemia in 30 secondi ottenendo livelli di accuratezza simili a quelli di due dispositivi di monitoraggio invasivi disponibili in commercio. Dopo aver completato lo studio, i ricercatori hanno sviluppato un prototipo grande come uno smartphone che stanno già testando su volontari sani e prediabetici. Per l'anno prossimo prevedono di condurre uno studio più ampio, in collaborazione con un ospedale locale, che includerà persone con diabete. Attualmente stanno anche lavorando per rendere il dispositivo ancora più piccolo, delle dimensioni di un orologio. Inoltre, stanno esplorando modi per garantire che il dispositivo possa ottenere letture accurate da persone con diverse tonalità di pelle.

S.Grassi--GdR