

Faggin, l'IA del futuro sarà l'assistente degli scienziati
Il papà del microchip, "60 anni fa per me era fantascienza"
Nel prossimo futuro "l'intelligenza artificiale sarà un aiuto enorme alle persone che capiscono molto bene, per esempio gli scienziati, che la useranno come assistente. Un assistente col quale per esempio fare un discorso logico, la macchina arriverà a discutere logicamente, a dare opzioni che lo scienziato magari non aveva neanche pensato. Ma le opzioni sono libere, e sarà sempre lo scienziato a decidere quale di queste opzioni prendere". È la visione di Federico Faggin, fisico di fama mondiale e 'papà' del microchip, ospite del Wmf - We Make Future in fiera a Bologna, da circa un mese tornato stabilmente in Italia, nella sua Vicenza, dopo una vita negli Stati Uniti. "È sempre l'uomo - sottolinea Faggin a margine del suo intervento dal palco - che deve prendere la decisione finale. Se lasciamo che sia la macchina a prendere la decisione, una su tre sarà sbagliata e potrà creare grandi disastri". I rischi maggiori delle tecnologie di intelligenza artificiale, spiega, "è proprio l'uso non etico dell'IA, quindi l'uso per manipolarci, per farci andare dove vuole chi manipola il sistema. Ed è gravissimo perché oggi quello che è l'output di una IA non è riconoscibile come l'output di un computer. La distinzione tra macchina e uomo non è più possibile e questo e questo crea possibili sbandamenti che le persone che vogliono manipolarci useranno". Dal mainstage Faggin ha ripercorso alcune tappe salienti del suo lavoro sui microchip, sottolineando più volte la distinzione, sempre e comunque, tra essere umano con una coscienza e macchina, computer, fatto "nient'altro" che di "on e off, zero e uno", una logica binaria, seppur potentissima se rapportata alla mole di informazioni e dati che i calcolatori oggi sono in grado di elaborare. "Negli anni '60 - ha aggiunto a margine - per me l'IA era la fantascienza. Non avrei mai immaginato che nel giro di 50-60 anni saremmo riusciti a ottenere i risultati che abbiamo ottenuto, pensavo che sarebbe stato quasi impossibile".
G.Bianchi--GdR