Salutequità, 'Piano sanitario fermo dal 2006 urgente il rinnovo'
Regioni in ordine sparso. Aceti, 'manca una visione strategica'
Il documento di programmazione principe del servizio sanitario - il Piano sanitario nazionale - è ancora al palo fermo al 2006-2008. Mentre le Regioni per i propri Piani si muovono in ordine sparso: alcune con esperienze fortemente innovative, altre con documenti che risalgono a prima della pandemia. È il quadro che emerge dal Report Salutequità presentato oggi. "La mancanza di un nuovo Piano sanitario nazionale, insieme alla disomogeneità dei Piani sanitari regionali dimostrano una carenza di visione strategica, unitaria e di coordinamento tra livelli istituzionali di Governo del Ssn", commenta il presidente di Salutequità Tonino Aceti. L'analisi sottolinea che tra i documenti di programmazione nazionale tardano ad arrivare anche il nuovo Piano nazionale di governo delle liste d'attesa, quello pandemico, quello relativo ai vaccini e quello per la salute mentale, sottolinea il documento. A livello regionale, invece, sebbene i Piani siano presenti in tutte le Regioni esiste una estrema variabilità tra i diversi tipi di documenti adottati e in 16 Regioni il Piano risale a prima della pandemia. Molte Regioni, sono, tuttavia, in fase di rinnovo dei rispettivi Piani. È "urgente" intervenire con "un piano sanitario nazionale aggiornato, partecipato e coordinato con quelli regionali", conclude Salutequità. "Investire nel 2026 oltre 142 miliardi di euro senza una vision chiara e lungimirante del Servizio sanitario nazionale e una vera e leale collaborazione istituzionale Stato-Regioni sarebbe un'opportunità persa per ammodernare e rafforzare il nostro servizio sanitario", conclude Aceti.
G.Pozzi--GdR