Famiglie contro Ddl disforia, bloccanti pubertà sono salvavita
Inviato a commissione Affari sociali documento di osservazioni
Definiscono i bloccanti della pubertà "farmaci salvavita" e chiedono di modificare il disegno di legge sulla disforia di genere, che a loro avviso rischia di ritardare e limitare l'accesso a questo trattamento. Sono un gruppo di famiglie di giovani transgender che ha inviato un lungo documento di osservazioni alla commissione Affari sociali della Camera, impegnata nell'esame del ddl "Disposizioni per l'appropriatezza prescrittiva e il corretto utilizzo dei farmaci per la disforia di genere". "Ricordo benissimo le parole di mia figlia - racconta una mamma - quando non riuscivamo ad avere il farmaco: la paura nei suoi occhi e nella sua voce quando mi diceva 'Ti prego mamma, fai in modo che non mi cresca la barba'. È difficile pensare diversamente da 'Ne abbiamo bisogno per la serenità dei nostri figli'". Un'altra madre ripercorre l'esperienza al centro per la disforia di genere dell'ospedale Careggi di Firenze, che, spiega, "le ha permesso di sopravvivere. Aveva già parlato di suicidio. Non voleva vivere in un corpo che cambiava in una direzione che non era la sua". Nel testo, le famiglie scrivono che "l'utilizzo dei sospensori della pubertà nel trattamento delle giovani persone transgender è oggi una pratica clinica consolidata, impiegata da oltre tre decenni in diversi contesti sanitari internazionali", sostenuta "da un'ampia letteratura scientifica" e "dalle principali associazioni competenti in materia di salute e benessere delle persone transgender". Secondo loro, il ddl "presenta criticità sostanziali: crea barriere amministrative che possono sospendere sine die l'accesso a trattamenti essenziali; istituisce un regime speciale, più gravoso, per farmaci pediatrici altrimenti utilizzati in regime ordinario". Le famiglie chiedono quindi che la commissione riformuli il testo "in osservanza agli standard clinico-scientifici dei professionisti competenti", garantisca "continuità terapeutica per i minori già in carico" e vigili "affinché iniziative in altri settori non alimentino un ambiente ostile che ostacoli il diritto alla salute, la non discriminazione e la piena cittadinanza delle famiglie coinvolte".
M.Ferraro--GdR