Giornale Roma - Nel cervello l'alfabeto che compone i movimenti delle mani

Nel cervello l'alfabeto che compone i movimenti delle mani
Nel cervello l'alfabeto che compone i movimenti delle mani

Nel cervello l'alfabeto che compone i movimenti delle mani

Utile per robot e protesi più efficienti

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Usare un cavatappi, impugnare una penna, tagliare con una forbice: l'intero repertorio dei movimenti complessi delle mani viene costruito dal cervello a partire da un piccolo numero di schemi motori di base, combinati così come le lettere dell'alfabeto vengono unite per comporre parole. La scoperta, utile per sviluppare robot e protesi sempre più efficienti, è pubblicata sulla rivista dell'Accademia americana delle scienze, Pnas, dalla Carnegie Mellon University (Usa) e dall'Università di Coimbra (Portogallo). I ricercatori hanno studiato l'attività del cervello con la risonanza magnetica funzionale e ne hanno elaborato i risultati attraverso modelli computazionali. In questo modo hanno scoperto che una regione cerebrale chiamata giro sopramarginale (situata nel lobo parietale inferiore sinistro e già nota per il suo ruolo nella pianificazione di azioni dirette verso oggetti) costruisce rappresentazioni di azioni complesse ricombinando un insieme limitato di schemi di movimento coordinati di dita, mani, polsi e braccia (definiti 'sinergie cinematiche'). "Questi risultati supportano l'idea che il giro sopramarginale funzioni come un centro di assemblaggio, combinando gli elementi base delle azioni in sequenze funzionali più complesse", spiega la prima autrice dello studio, Leyla Caglar. "Se riuscissimo a mappare queste sinergie direttamente dall'attività neurale - aggiunge il neuroscienziato Jorge Almeida dell'Università di Coimbra - potremmo costruire interfacce cervello-macchina più efficienti che consentano agli utenti di controllare le protesi con maggiore naturalezza, precisione e flessibilità. Questo ci avvicina anche alla creazione di sistemi artificiali in grado di agire con agilità, efficienza e intelligenza paragonabili a quelle degli esseri umani". La scoperta potrebbe anche offrire nuove prospettive su disturbi come l'aprassia, una condizione neurologica che comporta difficoltà o incapacità di eseguire movimenti volontari, anche se la persona ha la forza fisica e il desiderio di compierli.

G.Vitali--GdR