Giornale Roma - Studio, competitivo in Europa solo un settore industriale su 18

Studio, competitivo in Europa solo un settore industriale su 18
Studio, competitivo in Europa solo un settore industriale su 18

Studio, competitivo in Europa solo un settore industriale su 18

Rapporto Syndex realizzato per federazione sindacale IndustriAll

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L'Europa è "a un bivio critico" e rischia una nuova accelerazione della deindustrializzazione, con la perdita di "milioni di buoni posti di lavoro", se non verranno sbloccati rapidamente investimenti e adottata una svolta strategica nella politica industriale. È l'allarme lanciato da un nuovo rapporto Syndex presentato a Bruxelles al Comitato Esecutivo di IndustriAll Europe, braccio europeo della federazione sindacale internazionale. Secondo lo studio, su 18 settori industriali chiave soltanto uno, l'aerospazio/difesa, mantiene una competitività globale soddisfacente. Negli altri comparti la stagnazione degli investimenti, le ristrutturazioni lungo tutta la catena del valore e l'avanzata dei concorrenti internazionali stanno mettendo in crisi la capacità produttiva europea. Il rapporto sottolinea che il declino industriale "non è inevitabile, ma una scelta politica". L'Europa sarebbe oggi intrappolata tra il sostegno massiccio all'industria e il protezionismo degli Stati Uniti, da un lato, e la pianificazione statale della Cina, dall'altro, mentre continua ad affidarsi a un mercato aperto, dazi bassi e rigide regole fiscali proprio nel momento in cui la sua base industriale avrebbe bisogno di essere rafforzata per le transizioni verde e digitale. Tra i rilievi principali emergono: investimenti insufficienti frenati dal Patto di stabilità e crescita; arretramento nella ricerca applicata nonostante l'eccellenza nella ricerca di base; carenza di pianificazione economica e del mercato del lavoro; prezzi energetici troppo elevati e necessità di un piano molto più ambizioso su reti e tariffe; rischi per il libero scambio a causa della crescente sovraccapacità produttiva globale; strategie aziendali orientate ai dividendi più che al reinvestimento industriale; urgenza di rafforzare l'autonomia e la cooperazione strategica per evitare una dipendenza strutturale dall'esterno. Il rapporto ribadisce però che l'Europa resta "un luogo altamente attrattivo per investire", grazie al mercato unico, alla stabilità politica, alla forza lavoro qualificata, alla ricerca d'eccellenza e agli elevati standard di qualità della vita. IndustriAll Europe chiede quindi una "vera strategia industriale" fondata su investimenti, solidi diritti dei lavoratori e filiere produttive resilienti.

F.Piras--GdR